Gli invisibili, due volte invisibili: perché sono morti e quindi già non appaiono più nel mondo dei vivi e perché, inoltre, da morti nemmeno figurano come tali. Sono oltre cento questi spettri. Sono spettri del mondo del lavoro che sfuggono a statistiche, conteggi e che finiscono per non esistere.
Sono tutti morti di e sul posto di lavoro: chi carbonizzato, chi schiacciato da qualche pressa, chi avvelenato da esalazioni chimiche…
Eppure nelle cronache dei giornali non ve ne è traccia. La colpa è sempre di altri. O forse è una colpa comune, anche nostra… Perché avremmo dovuto accorgercene senza che l’Inail facesse questa scoperta per noi.
A tutto questo s’aggiungono oltre tre milioni di lavoratori in nero… Altri invisibili, senza alcun diritto.
Un mondo del lavoro fatto di non-persone ma di lavori veri. Che uccidono a causa della mancanza di sicurezza, della ricerca spasmodica del profitto cui si possono sacrificare senza troppi problemi le vite di quelli che saranno poi “gli invisibili” dell’anno. Un numero di oleogrammi che ogni anno produce una carneficina.
Un olocausto non pervenuto.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay