Fausto Bertinotti, ieri, su La 7 ha fatto una disamina completa e accurata in poche battute della situazione politica che viviamo.
La prima domanda (non retorica, ma parzialmente tale visto che nessuno di noi è ingenuamente sprovveduto e allocco) è: davvero sorprende il distacco che c’è tra la rappresentazione che Renzi fa della società e il malessere sociale stesso che viene fuori dall’analisi del voto referendario.
Quel voto ci dice che la stragrande maggioranza dei cittadini tra i 18 e 45 anni ha votato per il NO, quindi ha votato per capovolgere lo status quo del renzismo, l’immobilismo parlamentare e la riduzione del Parlamento stesso ad appendice governativa.
Quel voto ci dice che il NO è anche un voto di rivolta, di messa al bando delle politiche liberiste, perché viene da giovani e persone di mezza età che non percepiscono l’orizzonte di un benché minimo futuro davanti a loro e alle loro famiglie.
Che Renzi e il PD non intercettino questo messaggio (volutamente) è significativo: vuol dire che intendono andare avanti sulla via delle controriforme sociali, del sostegno alle politiche economiche di Bruxelles e quindi penalizzare ancora i ceti più deboli.
Dove c’è il PD non può esservi, al contempo, la sinistra antiliberista e anticapitalista.
(m.s.)
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