L’esito positivo dello sciopero organizzato dai sindacati di base venerdì scorso e della manifestazione “No Renzi day” di sabato è stato sicuramente decretato dall’attacco personale rivolto a Giorgio Cremaschi da Aldo Grasso sulla prima pagina del “Corriere” di oggi, domenica.
Mentre l’Italia va a picco per responsabilità complessiva dei diversi governi di centrodestra, centrosinistra, tecnici, di “inciucio trasformista” con velleità autoritarie come l’attuale non si trova di meglio che demonizzare, personalizzando, quanti si adoperano per far sì che si dimostri ancora un minimo di combattività sociale e di opposizione politica all’interno di questo desolante quadro di degrado, prima di tutto morale.
Lo sviluppo della fase sta dimostrando tra l’altro esatto il convincimento al riguardo di una sostanziale incapacità di governo dei processi economici e della complessità della situazione internazionale da parte del Governo Renzi.
Un Governo nazionalista guerrafondaio che ha impoverito, licenziato, sottratto diritti e democrazia.
Questo fatto rende oggettivo il dato dell’assumere lo scontro referendario quale espressione di uno scontro elettorale complessivo (come del resto aveva richiesto all’inizio lo stesso Renzi imponendo una logica di tipo plebiscitario).
In questo senso esiste la necessità di una caratterizzazione e di una visibilità per una sinistra di opposizione per l’alternativa.
Di conseguenza emerge la necessità di un confronto a tutto tondo, su ragioni e senso di questo difficile stato di cose : dal piano sociale, a quello economico a quello costituzionale e istituzionale.
S’impone l’espressione di una forte valenza politica della campagna elettorale, nel corso della quale accompagnare alla valutazione di fondo sul merito quella riguardante la richiesta che implicitamente le deformazioni costituzionali pongono ad elettrici ed elettorali circa lo (sciagurato) superamento di una democrazia repubblicana fondata sulla centralità del Parlamento, come previsto dalla Costituzione vigente.
Nello stesso tempo si rinnova la necessità sempre più urgente che le forze rappresentative dell’opposizione per l’alternativa riflettano e si pongano nella determinazione di agire sul terreno della costruzione di un’adeguata soggettività politica.
FRANCO ASTENGO
redazionale
foto tratta da Pixabay