Nessun tentativo autoritario, trasformatosi poi in dittatura più o meno mascherata, si è mai presentato ai popoli come tale ma come il migliore difensore proprio della libertà che stava per far scemare, annichilire, schiacciare e cancellare definitivamente.
Matteo Renzi è stato comprensibilissimo ieri sera su La 7.
Guastavo Zagrebelsky, invece, non usando la demagogia e gli slogan vuoti, deprimentemente decerebranti, del presidente del Consiglio – segretario del PD, ha spiegato molto bene il merito di una riforma che davvero rischia di far affermare poteri forti attraverso la formazione di una oligarchia.
Il rischio dell’autoritarismo non è Renzi in persona, nemmeno il PD, come ha detto bene Zagrebelsky, ma il futuro del Paese nel contesto nuovo sia politico che sociale che si creerà.
Leggo che molti hanno capito meglio Renzi di Zagrebelsky.
Fatevi delle domande: capire Renzi è come leggere un giornaletto di gossip a titoli larghi e cubitali.
Capire Zagrebelsky è iniziare a leggere, almeno, una leggera letteratura italiana.
(m.s.)
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