La prima campagna per il “Fertility day” era stata criticata e ritirata con tante scuse da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
La seconda campagna, sostitutiva della precedente, tesa a rimediare gli scivoloni sui diritti delle donne, ha messo l’accetto sulle differenze tra fantastici giovani bianchi, sorridenti, per niente scapigliati e privi di sigaretta o di canna in mano e, appunto, l’esatto contrario: di colore, magari meno sorridenti, con pettinature non definite dalla riga di un pettine e con qualche sigaretta o canna in mano.
I primi sono “buone compagnie”, i secondi “cattive compagnie” da abbandonare: essere neri, avere i capelli non pettinati “con la riga”, a parte fumare sigarette e canne, renderebbe infertili le donne?
La domanda cruciale, però, è: ma il ministro a chi ha affidato le linee direttive di correzione della campagna? E, soprattutto: quali linee correttrici ha affidato? Perché la toppa è peggio del buco e con una campagna come quella appena inaugurata, il governo incita ad evitare le persone di colore, quelli che hanno i capelli alla Branduardi o i rasta e anche chi fuma una sigaretta…
Mai sentito parlare di “discriminazione”, “razzismo” e “pregiudizio”? Chissà…
(m.s.)
foto tratta da Facebook