Lo schieramento del “NO” nel referendum costituzionale è molto ampio e variegato, sia dal punto di vista politico sia nella rappresentatività culturale e sociale e diventa così naturale che ciascuno dei suoi componenti tenda a dimostrare le proprie ragioni evidenziando, quando possibile, un’identità.
E’ stato il caso dei “Comitati del centrosinistra per il NO”, quelli dell’incontro avvenuto lunedì scorso a Roma e introdotto da Massimo D’Alema: nel corso della riunione, infatti, non si è semplicemente affrontato il nodo del “merito” referendario ma ci si è anche misurati con una proposta politica complessiva, quella appunto del centrosinistra di governo.
Una posizione quella del “centrosinistra per il no” resa assai complicata dalle vicende interne al PD e dal tipo di concezione della politica che in quell’area ormai da molto tempo si esprime.
Non è questo però il punto che intendevo affrontare con questo intervento.
E’ evidente che soffriamo tutti dell’assenza di soggettività organizzate, di partiti, all’altezza di proporre una campagna elettorale conseguente alle esigenze di visione complessiva e di organizzazione sul territorio come sarebbe necessario.
E’ peraltro assolutamente indispensabile che le forze e i soggetti che, a sinistra, non condividono questa ispirazione tardo – ulivista e che ritengono necessario proporsi in una dimensione di “opposizione per l’alternativa” tenendo conto delle condizioni complessive nelle quali si sta sviluppando il confronto referendario in relazione al quadro generale, riflettano sulla possibilità di costruire un momento comune d’incontro dal quale pensare di far scaturire una presenza definita sul piano politico anche all’interno dello scontro referendario.
Sono molti i soggetti in campo all’interno di quest’area che definisco per brevità di “opposizione per l’alternativa”: sarebbe utile avviare subito un confronto di merito e fissare un appuntamento nazionale.
Non entro nel merito dei contenuti rispettando un’economia del discorso che, in questa sede, non può che rimandare a un’esigenza di brevità ma mi permetto di insistere perché questa “possibilità necessaria” non sia trascurata e negletta in un frangente così complicato e difficile.
FRANCO ASTENGO
redazionale
6 settembre 2016
foto tratta da Pixabay