“Siamo tutti in pericolo. Nessuno è più al sicuro”. E’ una affermazione che alcuni ripetono per autoconsolazione, per sentirsi accomunati universalmente in un destino incerto quotidianamente. E’ una affermazione che altri ripetono per attivare l’interruttore della paura, del panico, della diffusione di sospetto, di sguardo guardingo anche in chi non ha mai pensato che una cultura diversa dalla nostra sia foriera di terrorismo solo per il fatto che un gruppo di criminali ne ha distorto l’originaria ispirazione e ne fa la base religiosa del proprio “stato”.
Non siamo tutti in pericolo. Lo saremo se diminuiremo i diritti individuali e collettivi con leggi speciali per sentirci fintamente più al sicuro.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay
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