La mazzata elettorale subita da Piero Fassino e dal Pd, ai ballottaggi del secondo turno, un dato eclatante perché inaspettato, è un segnale salutare per Torino e l’intero Paese. La mazzata riguarda un sindaco (che è anche presidente dell’Anci) e un partito che, in materia di privatizzazioni, di svendita del patrimonio pubblico, di grandi opere affaristiche, di condivisione del modello Marchionne, hanno costruito una filiera di interessi e un sistema di potere che sembravano inamovibili. La mazzata riguarda un sindaco che ha impersonato appieno, con grande diligenza, le politiche liberiste del governo Renzi di attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza sociale, politiche che hanno accresciuto disoccupazione, disuguaglianze, povertà.
La mazzata elettorale al PD di Torino, oltre ad altre batoste nel torinese e a livello nazionale, rappresenta un duro colpo ai disegni “cesaristi” di Renzi di stravolgimento della Costituzione e del principio di rappresentanza democratica. Questo è uno dei risvolti più positivi del risultato delle amministrative.
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EZIO LOCATELLI
da Contro la crisi.org
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