TsipFAQ: Ovvero tutto quello che avreste voluto sapere sulla lista Tsipras e non hanno mai osato raccontarvi
Ho organizzato le informazioni essenziali sulla lista Tsipras e la campagna elettorale europea in generale per rispondere alle domande più semplici e frequenti che vengono fatte dalle persone che stanno decidendo cosa votare. In genere questi testi si chiamano FAQ, Frequently Asked Questions, letteralmente le domande rivolte più frequentemente. Grazie anche ad un lavoro collettivo sono nate le TsipFAQ, buona lettura
Non voto la lista Tsipras perché è piena di rappresentanti di partito
Sbagliato. I partiti che sostengono la lista Tsipras sono Sinistra Ecologia Libertà (SEL), il Partito della Rifondazione Comunista (PRC), i Verdi del Sudtirolo/Alto Adige, Azione Civile di Antonio Ingroia. I rappresentanti dichiarati di questi partiti sono una decina su 73. Tutti gli altri candidati e candidate sono persone generalmente alla prima esperienza in una elezione ed anche le candidature espressione dei partiti sono persone che hanno un forte radicamento nella società civile, nelle campagne politiche e nelle lotte sociali. I profili e le biografie si possono leggere sul sito.
Sì ma se voto la lista voto anche i candidati che non mi piacciono!
Le elezioni europee sono differenti dalle elezioni per il parlamento italiano perché sono proporzionali ed hanno le preferenze. Questo vuol dire che non ci sono liste bloccate dove votando il simbolo si votano i candidati nella sequenza con la quale sono stati inseriti in lista. Nelle elezioni europee, invece, ciascuna lista viene rappresentata in base al numero di voti che prenderà e si possono esprimere almeno tre preferenze nella lista che si sta votando. Quindi, in definitiva, si possono scegliere i candidati che si ritengono più rappresentativi o che si preferiscono. L’obiettivo della lista Tsipras è raggiungere il 4% su base nazionale per permettere che le persone con più preferenze possano andare al parlamento europeo.
C’è qualche vincolo per le preferenze?
Il 22 Aprile 2014 è stata modificata la legge sulle elezioni europee che ha introdotto questo comma “Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza”. Tradotto significa che se volete esprime tre o due preferenze devono essere di genere alternati (per esempio: due uomini ed una donna, o due donne ed un uomo, o nel caso di due preferenze un uomo ed una donna), pena l’annullamento delle altre preferenze oltre la prima.
E se non ottiene il 4% che succede?
La lista viene esclusa. Sulla soglia del 4% pesa comunque un ricorso alla corte costituzionale fatto dal tribunale di Venezia. Se il ricorso dovesse passare modificherebbe la legge per le prossime tornate elettorali, non quella in vigore per le prossime consultazione, ma comunque sancirebbe l’illegittimità costituzionale. Un motivo in più per votare una lista che nonostate le 220.000 firme in tutta Italia rischia di rimanere fuori privando di rappresentanza democratica una cospicua fetta di popolazione italiana.
E va bene. E quindi il programma qual’è?
Il programma è quello più volte rilanciato dallo stesso Alexis Tsipras, candidato alla presidenza della commissione europea per la la Sinistra Europea e, in Italia, per la lista Tsipras. Ovvero La mia idea di Europa che chiede, tra le altre cose:
– una immediata fine dell’austerità e una conferenza del debito europeo per ristrutturarlo e riplasmare il residuo nel tempo
– l’espansione dei prestiti alla piccola e media impresa;
– la sospensione del nuovo sistema fiscale europeo (il fiscal compact e derivati);
– la riforma delle politiche dell’immigrazione
– una vera e propria banca europea che possa stampare moneta da prestare agli stati, invece che ai soggetti privati come succede ora, al fine di favorire gli investimenti come fa la Federal Reserve negli Stati Uniti;
– la riconversione ecologica del modello produttivo e la lotta alla disoccupazione;
– una legislazione Europea che renda possibile tassazione delle attività finanziarie e imprenditoriali offshore.
Oltre a questi ci sono i 10 punti elaborati da Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale che chiedono: una conferenza sul debito come quella in Germania del 1953 in cui vennero condonati i debiti di guerra, un piano europeo per l’occupazione che dirotti le risorse dalle grandi opere devastanti a quelle per la casa, la messa in sicurezza del territorio, ecc., “un parlamento europeo davvero democratico e l’impegno contro il ritorno dei nazionalismi, le Costituzioni calpestate, i Parlamenti svuotati, i capi plebiscitati da popoli visti come massa amorfa, non come cittadini consapevoli”.
Va be’, ma in Europa non ci sono solo questi temi! L’innovazione tecnologica dov’è?
Ci sono anche quelli! La lista Tsipras, in collaborazione con il Partito Pirata italiano, ha elaborato un programma articolato su temi come partecipazione dei cittadini trasparenza, protezione della privacy, internet bene comune, accesso ai dati, software libero, copyright, brevetti, no alla sorveglianza di massa.
Eh ma mi sembra un programma troppo laico e di sinistra!
La lista Tsipras è sostenuta dall’appello “Cristiani d’Europa votate Tsipras” dove si dice “Crediamo di dover lavorare ad un nostro manifesto che sancisca ufficialmente un diverso modo di intendere la politica da parte dei cristiani: un documento che dica, partendo dal Vangelo e dalla dottrina sociale della Chiesa, che il liberismo è la causa dell’attuale disordine. […] Ci sembra che la figura di Alexis Tsipras, candidato alla carica di presidente della Commissione Europea alle prossime elezioni europee di maggio, sostenuto da una lista civica nazionale – “L’Altra Europa” – incarni le aspirazioni più profonde dei cristiani. Tuttavia crediamo che una politica fatta da cristiani non possa esaurirsi nell’individuazione di una candidatura: abbiamo imparato dall’impegno con i movimenti sociali per l’acqua bene comune e per una nuova finanza pubblica e sociale che, come scriveva Giovanni XXIII, «quando sei per strada e incontri qualcuno, non gli chiedere da dove viene, ma chiedigli dove va, e se va nella stessa direzione, cammina insieme a lui».”
Sì va bene, ma se non usciamo dall’Euro tutte queste sono parole vuote!
Le economie dei paesi occidentali e soprattutto quelle in Europa sono strettamente connesse da investimenti reciproci, scambi e trattati. Uscire dall’euro è pericoloso economicamente (aumento del debito, dell’inflazione, dei costi delle importazioni, della povertà), e non restituirebbe ai paesi il governo della moneta, ma ci renderebbe più che mai dipendenti da mercati incontrollati, dalla potenza Usa o dal marco tedesco. Soprattutto segnerebbe una ricaduta nei nazionalismi autarchici, e in sovranità fasulle. L’altra europa per Tsipras vuole una unione Europea democratica che faccia argine ai mercati, alla potenza Usa, e alle le nostre stesse tentazioni nazionaliste e xenofobe. Una moneta «senza Stato» è un controsenso politico, prima che economico. Invece ritornare agli ideali del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi significa avere un’Europa politica (idealmente federale) con un’economia armonizzata, un sistema fiscale e sociale comune: in queste condizioni la presenza di una moneta unica diventa punto essenziale.
Va bene ma allora è meglio votare il Movimento 5 Stelle che nei sondaggi è più forte ed avrà più parlamentari!
Per le regole europee, per avere peso in parlamento, bisogna formare un gruppo o farne parte. Ma il gruppo non può avere rappresentanti di un unico paese. Il Movimento 5 Stelle che attualmente non è presente nell’europarlamento, per bocca di Casaleggio, deciderà a quale gruppo aderire con una votazione online. Il che non esclude che non aderirà a nessun gruppo (rendendosi politicamente ininfluente). Oppure che possa essere tra i nazionalisti e razzisti del fronte nazionale di Marine Le Pen (Casaleggio lo esclude ma in diversi casi le votazioni online hanno smentito sia lui che Grillo) o in gruppi come i liberal democratici che hanno votato proprio provvedimenti come il fiscal compact che il Movimento 5 Stelle dice di voler abolire. Le liste collegate ad Alexis Tsipras, invece, sono presenti in quasi tutti i paesi europei e aderiscono al gruppo della Sinistra Europea. Stando ai sondaggi attuali la lista Tsipras in tutta Europa prenderebbe 54 seggi contro i 18 del M5S. Terza forza dopo socialisti e popolari protagonisti di alleanze di larghe intese che in tutti i paesi europei promuovono le politiche recessive e di austerità che la lista Tsipras vuole cambiare.
Allora meglio il partito democratico che aderisce al Partito Socialista Europeo ugualmente presente in tutti i paesi!
Il partito democratico aderisce al partito socialista europeo, quindi sta designando Martin Shulz come candidato alla presidenza della commissione europea. Shulz e il resto del partito socialista europeo a parole dicono di voler riformare l’Europa ma nei fatti sono gli stessi soggetti politici che in questi anni si sono opposti alla tassazione della finanza speculativa, hanno sottoscritto provvedimenti come il fiscal compact e in Germania sono in coalizione con Angela Merkel, alfiera dell’austerity. Una alleanza di larghe intese esplicitamente Shulz ha dichiarato che critica lei critica i tedeschi e che “una coerente politica di consolidamento fiscale e di riforme per una maggiore competitività resta importante. Da parte di tutti gli stati membri sono necessari, pertanto, ulteriori sforzi, che devono essere sottoposti a verifica”.
Concetto ribadito da Shulz con altre parole, quando ha dichiarato al Corriere della Sera, lo scorso 11 maggio: “Prendo atto che sia la Francia sia l’Italia hanno detto di non aver bisogno di rinvii [di un anno per mantenere gli impegni di bilancio, ndr]. Ma non è importante il tempo in cui si consegue la stabilità; è importante la stabilità”
Ma perché bisogna votare un greco in Italia?
Alexis Tsipras non si presenta in Italia e quindi votando la lista Tsipras non si vota lui. Alexis Tsipras si presenterà in Grecia, ma è candidato della Sinistra Europea per la presidenza della commissione europea. Per questo, e coerentemente con le indicazioni europee, è stato messo nel simbolo. Cosa che, però, non hanno fatto né il Partito Democratico con Martin Shulz, né Forza Italia con Jean Claude Juncker, candidato Partito Popolare Europeo al quale formalmente il partito di Berlusconi aderisce. Forse perché non sono presentabili appoggiando due alfieri dell’austerity che hanno sottoscritto provvedimenti che ci hanno portato alla crisi?
Il Movimento 5 Stelle non ha candidati alla presidenza della commissione perché, per la risposta già data, “con la rete” voteranno a quale gruppo aderire e comunque stanno adottando una strategia elettorale che renderà poco influente la loro presenza nel parlamento europeo.
Ma perché tutte queste cose non le ho sentite dire in tv o scrivere sui giornali?
La lista Tsipras è oggettivamente censurata dai maggiori mezzi di comunicazione che stanno cercando di raccontare le elezioni europee come una gara tra Renzi e Grillo con Berlusconi a fare da gregario al primo. L’unica volta che Tsipras è andato in tv ha avuto poco più di tre minuti da Ballarò, per altro continuamente interrotto dal conduttore. Per denunciare il blackout informativo la lista ha fatto anche un ricorso all’Agcom visto che secondo i “dati diffusi dall’osservatorio di Pavia: nel periodo di rilevazione 18 marzo – 21 aprile il TG1 e il TG2 hanno concesso all’Altra Europa con Tsipras lo 0,07 % del tempo complessivo e contro lo 0,02% del TG3, mentre la percentuale per le trasmissioni di approfondimento Rai dedicato all’Altra Europa è del 2,24%”.
MARCO TROTTA
da Popoff.globalist.it