75 anni fa i fascisti fucilavano i fratelli Cervi.
La Resistenza si nutriva di un primo grande sacrificio che è diventato emblema del riscatto del popolo italiano contro l’ottenebramento delle menti, l’immiserimento delle vite, lo sfruttamento tanto delle coscienze quanto delle forze materiali.
La Resistenza diventava l’antitesi della guerra: una dura necessità per contrastare la dittatura, per mettere fine al fascismo di Benito Mussolini e all’occupazione tedesca.
La libertà mancava come può mancare l’aria in un ambiente angusto, buio, nero.
Ed oggi, a 75 anni di distanza, quando generazioni di italiani avrebbero dovuto apprendere cosa vuol dire rimanere privi della libertà, troviamo al governo forze politiche che agiscono proprio ridimensionando ogni giorno i diritti costituzionali, eredità morale, civile, politica e sociale della Resistenza antifascista, del sacrificio dei figli di Alcide.
Mi verrebbe da dire: “Fermatevi a pensare”. Ma invece occorre non fermarsi e allo stesso tempo continuare, o riprendere, a pensare.
E se non conoscete la storia dei sette fratelli, cominciate da questa pagina di Wikipedia e poi approfondite magari ascoltando la canzone dei “Mercanti di Liquore” (con Marco Paolini) o il ricordo di Maria Cervi.
(m.s.)
foto tratta da Wikimedia Commons