No, non siamo nel 1437. Siamo nel 2020. Quella cifra sono i morti sul lavoro di un anno intero, dell’ormai trascorso 2019. Praticamente una vera e propria strage: quasi quattro lavoratori ogni giorno escono da casa e non vi fanno ritorno.
Una vera e propria strage. E’ bene ripeterlo e ripeterselo, perché durante lo scorrere dei mesi dimentichiamo gli operai finiti sotto le presse, schiacciati dai carrelli elevatori, investiti dalle automobili sulle autostrade mentre lavorano al mantenimento in sesto di una rete di infrastrutture sempre più decadente, precaria, pericolosa ed essa stessa omicida…
Dimentichiamo i lavoratori che precipitano dalle impalcature, quelli che con una bicicletta finiscono sotto le ruote di un tram perché devono essere veloci nel consegnare il panino ordinato tramite una app da un telefonino, per avere un euro in più magari da un ordine che riescono ad aggiudicarsi, visto che anche le mance sono decurtate dal loro padrone. Un padrone telematico, invisibile, ma gli fornisce tutti gli strumenti per poter essere sfruttati a più non posso.
Una vera e propria strage, che si ripeterà anche in questo 2020. Auguriamoci con una intensità minore. E’ ovvio. Ma che sarà sempre inevitabile fino a che le condizioni di lavoro saranno quelle odierne: senza una forza sindacale capace di fare uno sciopero generale, di ispirare nei lavoratori una voglia di riscatto che vada oltre il semplice mantenimento dei diritti; senza un partito comunista che torni ad essere tale, che torni a disprezzare il riformismo, che torni a battersi contro le destre. Tutte le destre, tutti i padroni.
(m.s.)
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