Oggi sono state consegnate in Cassazione circa 1milione e trecentomila firme per cancellare con un referendum la legge di attuazione dell’autonomia differenziata, meglio nota come SpaccaItalia.
Un numero molto superiore alle 500000 sufficienti, in gran parte raccolte ai banchetti in giro per l’Italia, in soli due mesi in un’estate torrida.
Una lezione di democrazia sporcata da due notizie inquietanti: l’accelerazione da parte del Governo verso le intese con le regioni più ricche del nord e le indiscrezioni, poi secretate, secondo cui la definizione dei LEP, cioè dei diritte sociali e civili “essenziali” (non eguali) per ogni cittadino/a, affidata a una commissione di nomina governativa e a un gruppo di tecnici tutt’altro che imparziali, avverrebbe secondo parametri territoriali, come il costo della vita e l’andamento demografico. Diritti e risorse diseguali, per un paese vergognosamente diseguale.
La straordinaria risposta popolare delle firme segnala l’enorme distanza verso un governo che considera un intralcio al potere i luoghi e le forme della partecipazione democratica, il principio di eguaglianza sul quale si fonda la Costituzione su cui hanno spergiurato.
Ora la parola passa alla Corte Costituzionale, che dovrà tener conto di questa assunzione collettiva su un obiettivo di totale limpidezza: la legge Calderoli va cancellata, come recita il quesito referendario che unitariamente è stato condiviso da una compagine plurale di forze sindacali, politiche, associative, frutto anche dell’impegno assunto in questi anni dai comitati contro ogni autonomia differenziata, di cui Rifondazione Comunista è parte attiva. Un obiettivo non scontato, da difendere da compromissioni e tatticismi, da logiche blandamente emendative.
Si riparte da questa bella giornata di democrazia.
MAURIZIO ACERBO
Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
TONIA GUERRA
Responsabile campagna NO autonomia differenziata
Roma, 26 settembre 2024
foto: screenshot You Tube