Dialoghi facebookiani su Rifondazione e Potere al Popolo!

Dialogo da reti sociali nel moderno anticonfronto tra posizioni avverse, diverse, convergenti e divergenti. Affermazione: “Ognuno si assume le sue responsabilità. Io penso che Rifondazione Comunista debba uscire dal...

Dialogo da reti sociali nel moderno anticonfronto tra posizioni avverse, diverse, convergenti e divergenti.

Affermazione: “Ognuno si assume le sue responsabilità. Io penso che Rifondazione Comunista debba uscire dal percorso di Potere al Popolo! (Pap, d’ora in avanti), percorrere una via a sinistra (di alternativa) accanto tanto a PaP, che si strutturerà come movimento-partito, quanto a Sinistra Italiana e Possibile, con tutti coloro che possono costruire una federazione di progressisti per riaprire un boccaporto di ossigeno sociale e democratico per il Paese.
Ciò che non è tollerabile è sfruttare Rifondazione Comunista per diventare un partito e prosciugarne la militanza e l’organizzazione.
PaP da fallimentare progetto politico – elettorale vuole diventare partito? Legittimo. Ma non distruggendo Rifondazione.”.

Obiezione: Sinistra Italiana sta con Leu che a sua volta sta con il Pd. 

Risposta: “Nell’universo tutto si muove. Nulla è statico. Così quindi anche, a maggior ragione, in politica. La fissità è settarismo.”.

Obiezione: “Sono esattamente dieci anni che qualcuno prova a interloquire con SEL per portarla fuori dall’orbita PD… Ti risulta che qualcuno ci sia riuscito?”.

Risposta: “Secondo te Potere al Popolo! non sta creando divisioni all’interno del Partito della Rifondazione Comunista? Non sta incrinando l’unica forza organizzata fuori dal Parlamento? Non ha una visione a-istituzionale, mal sopportando le elezioni?
Non è la mia cultura politica, dissento da PaP e mi viene indicata la porta dai “dirigenti” del centro sociale. Ecco, la differenza è anche questa: in Rifondazione sono stato spesso in minoranza e ho polemizzato duramente ma nessuno mi ha mai invitato ad andarmene. PaP lo ha fatto. Di una sinistra così io non mi sento parte.

Obiezione: “Pap ha sicuramente molti difetti, ma fuori da questo progetto non ci sono i soviet, né altri consigli operai o guerriglieri marxisti sudamericani: l’unica altra opzione in campo è il centrosinistra insieme al Pd. Non dobbiamo prenderci in giro e girare intorno alle cose.”.

Risposta: “Non prendo in giro nessuno. Tra PaP e il centrosinistra ci può stare una sinistra di alternativa di cui anche PaP può fare parte. Ma PaP da solo non può essere questa sinistra. E non vuole nemmeno esserlo.
PaP invita ad entrare in PaP. Io penso che Rifondazione debba camminare anche con PaP ma non entrare nel movimento – partito che costituiranno a settembre.
Io mi sento, mi percepisco come e di Rifondazione e sono disposto a sentirmi parte di una nuova Federazione della sinistra. Non mi percepisco minimamente come PaP. Perché quel progetto non è il mio sul piano culturale e strategico. Persino lo stile comunicativo di Potere al Popolo! mi è estraneo.
Reclamo il diritto di difendere il mio Partito e di rilanciarlo nell’unita di una sinistra di alternativa che guardi all’Europa costruendo una alleanza che superi il 4% con un progetto che unisca anche delle contraddizioni.
Non sono disposto al vivere nella solitaria torre d’avorio di PaP che, presuntuosamente, pensa di essere il punto di rilancio della sinistra anticapitalista e di assorbire tutte le altre piccole debolezze organizzate. Quindi difendo il mio Partito e punto a sostenere chi vorrà rimettere in piedi qualcosa dal sapore antico e dalla prospettiva moderna.”.

Affermazione: “Nella France Insoumise aderisce sia un partito, il Parti de Gauche, che diversi movimenti, senza che a nessuno si imponga di sciogliersi, essendo il programma la discriminante. Perché non fare così anche in Italia?”.

Affermazione in risposta: “E’ una considerazione che condivido. Gli esempi non mancano in quanto a sperimentazioni dell’unità a sinistra nei molti paesi europei. Contestualizzati, certo. Quindi, tenendo conto delle opportune differenze, e del fatto che affronteremo – ammesso che si voglia ancora avere una prospettiva di ingresso nelle istituzioni come elemento di contribuzione alla più ampia lotta sociale da fare – il voto nel prossimo anno a giugno, credo lecito il confronto, anzi indispensabile; soprattutto se si osserva il contesto europeo, la deriva di destra neofascista e neonazista che dilaga dai famosi “paesi di Visegrad” fino alle coste italiane.”.

MARCO SFERINI
con la preziosa interazione di altri ospiti di Facebook

20 giugno 2018

foto: elaborazione propria

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