L’uovo di Gennaro Sangiuliano

Così parlò il ministro della cultura negli stessi giorni in cui poco più di mezzo milione di studenti stanno sostenendo gli esami di maturità. Davvero un luminoso esempio di rigore storico scientifico

«Colombo va davanti alla Santa Inquisizione e spiega il suo progetto. Colombo, come sapete, non ipotizzava di scoprire un nuovo continente. Colombo voleva circumnavigare la terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei». Così parlò il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano negli stessi giorni in cui poco più di mezzo milione di studenti stanno sostenendo gli esami di maturità. Davvero un luminoso esempio di rigore storico scientifico.

Piccolo riassunto di date. Cristoforo Colombo nasce a Genova nel 1451 e scopre l’America, che lui credeva le Indie, nel 1492. Galileo Galilei nasce a Pisa nel 1564. Esercizio di matematica da scuola elementare. «Bambini, viene prima il 1564 o il 1492?» «Il 1492, maestra». «Bravi. E quanto fa 1564 meno 1492?». «72, maestra»

«Quindi, se Colombo scopre l’America nel 1492 e Galileo Galilei nasce nel 1564, quanti anni ha Galilei quando Colombo scopre l’America?». «Nessuno maestra. Doveva ancora nascere». Che facciamo con il nostro ineffabile ministro della cultura? Lo rimandiamo in classe con i bambini delle elementari?

Lo obblighiamo a guardare tutti i giorni i programmi di Rai Storia o Rai Scuola? Lo invitiamo ad astenersi da ora in poi dal tenere discorsi o lezioni o spiegoni? Gli chiediamo gentilmente di lasciare il posto a qualcuno meno traballante in storia e geografia memori anche della confusione che fece, circa due mesi fa, fra Trafalgar e Times Square?

Abbiamo il serpeggiante sospetto che il ministro che dovrebbe rappresentare e promuovere la cultura italiana pratichi con impegno lo sport del pressapochismo. Una data vale l’altra, i libri si possono votare anche se non si sono letti (Premio Strega 2023), le piazze delle città sono più o meno tutte uguali, le tesi scientifiche sono spalmabili sui secoli come burro sul pane.

Non pretendiamo che questo governo imiti, che so, l’esempio della Francia di quando aveva ministri della cultura quali lo scrittore André Malraux o l’istrionico Jack Lang. Ci rendiamo conto che per scegliere, e trovare, certe personalità servono storia, idee e un progetto politico di ampio respiro.

Però un ministro è anche un simbolo, un esempio, una figura pubblica che non dovrebbe, come minimo, citare a sproposito. Sennò che cosa diciamo ai nostri figli? Che studiare «più o meno» ti può far diventare ministro mentre se pensi prima di parlare diventerai un emigrante culturale?

Ci sono tuttavia dei momenti in cui Sangiuliano mi sembra così «à cöté de la plaque» (espressione francese che significa ragionare a vanvera, essere fuori contesto) che mi fa quasi tenerezza. In virtù di questo preoccupante sentimento accudente, e anche per restare in tema con le sue citazioni, mi verrebbe da consigliargli la lettura de L’uovo di Colombo, testo edito da Vallardi, scritto da un’insegnante che si firma con lo pseudonimo Isabella Milani e dedicato sia agli studenti che ai docenti.

È un manuale che propone un metodo per imparare ribaltando il tradizionale Risposte, Definizione, Domande in Definizione, Domande, Risposte.

Il Metodo di Milani si fonda su cinque prerequisiti. 1) Il concetto di metodo che parte dall’ esplorare la storia di una parola e di un concetto; 2) che cosa significa «capire bene»; 3) che cosa significa «conoscere»; 4) organizzare le conoscenze; 5) le domande e i dubbi sono più importanti delle risposte.

Aspettiamo il giorno in cui il nostro intrepido ministro sarà preso dall’improvviso desiderio di citare un altro celebre fisico, Newton. Sappia che si chiamava Isaac. Se gli viene da dire Helmut, lasci perdere, quello era un fotografo.

MARIANGELA MIANITI

da il manifesto.it

foto: screenshot ed elaborazione propria

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